Gela, trovato negli abissi un mercantile del VI secolo avanti Cristo

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Una nave risalente alla prima metà del VI secolo a. C. è stata individuata nei fondali del mare di Gela, in contrada Bulala, dove è avvenuto il recupero degli oggetti che il relitto trasportava, prima di affondare, per commercializzarli.

Uno dei reperti ritrovati in fondo al mare
Uno dei reperti ritrovati in fondo al mare

Un tassello di storia si aggiunge così alla ricostruzione del passato di Gela, grazie ai reperti archeologici custoditi per secoli dal mare e che lentamente le acque stanno restituendo agli studiosi. Gli ultimi ritrovamenti recuperati sono un’anforetta, una brocca, una kylix a vernice nera d’importazione dall’Attica ed un vaso, detto cothon, d’importazione corinzia.I reperti si trovavano a 300 metri dalla costa e a circa 4 metri di profondità. Accanto al vasellame già riportato alla luce, sono stati individuati alcuni elementi lignei, ed una chiglia erano protetti dalla sabbia e, secondo quanto affermato dal Soprintendente del Mare Sebastiano Tusa, si tratterebbe dei resti della nave che trasportava gli oggetti recuperati per commercializzarli. A segnalare i reperti è stato un subacqueo gelese Franco Cassarino che su autorizzazione della soprintendenza ed il coordinamento di un suo addetto, Stefano Zagara, ha provveduto anche al recupero. “Il rinvenimento è indubbiamente di grande interesse scientifico  –  ha aggiunto Tusa  – valutando il contesto ed i materiali, si può ipotizzare che il relitto sia databile intorno alla prima metà del VI secolo a. C. Al  momento, dovrebbe essere il più antico identificato nel mare di Gela e non è da escludere che possa trattarsi del più antico finora rinvenuto”. A Gela sono già state individuate altre due navi affondate, sono state denominate Gela 1 e Gela 2. La nuova scoperta lascia tutti di stucco perché ancora più antica rispetto alle precedenti. Ciò dimostra l’importanza del porto di Gela nell’ambito della commercializzazione. Per il recupero bisognerà aspettare, non si sa quanto. “Mancano le risorse e questo non ci consente di poter impiantare delle ricerche sistematiche  –  ha precisato il Sopritendente  –  confidiamo nei fondi europei. Abbiamo presentato una quarantina di progetti per la Sicilia, speriamo di vederli finanziare”. Sono numerosi gli importanti reperti archeologici subacquei già riemersi nel tratto di mare antistante contrada Bulala. Una zona nota nelle cronache archeologiche per una ricca serie di rinvenimenti subacquei. Le operazioni si sono svolte con il patrocinio del Comune di Gela e del Museo Archeologico regionale di Gela ed alla collaborazione della Capitaneria di Porto e dei subacquei volontari locali. Un altro relitto di nave greco  –  arcaica realizzata con fasciame “cucito”, si trova già al museo di Gela. Recuperata nel 2008 e restaurata attende di poter essere ammirata. I pezzi sono stati collocati in una grande sale all’interno di alcune scatole protettive, grazie alla volontà del Direttore del Museo Archeologico Emanuele Turco che non ha voluto assistere alla loro migrazione verso altri musei, ma attendono ancora di poter essere ricostruite. Servono condizioni climatiche particolari e la collocazione di apposite vetrate che ne mantengano la temperatura per evitare lacerazioni. Per fare tutto ciò servono finanziamenti che, al momento, non ci sono. Secondo quanto annunciato dal sindaco di Gela, Angelo Fasulo, l’Eni sarebbe disposta a rendere possibile la musealizzazione. Si starebbe già lavorando ad un progetto per la collocazione. Di LORENA SCIME’  (repubblica)

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